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Come gestire lo stress da rientro
05 09 2025

Il rientro dalle vacanze è un momento che, paradossalmente, racchiude in sé una piccola contraddizione: da un lato c’è la carica di energie nuove, la voglia di mettere a frutto i buoni propositi e l’ottimismo accumulati durante il relax; dall’altro, si materializza quasi all’improvviso una sensazione di peso, di affaticamento mentale e a volte persino di malinconia. Questo stato, che molti definiscono semplicemente “stress da rientro”, non è un’invenzione o una scusa per procrastinare, ma una reazione fisiologica e psicologica perfettamente normale e, soprattutto, gestibile. Pensa al tuo corpo e alla tua mente come a un sistema che ha funzionato per un periodo di tempo in una modalità completamente diversa: ritmi rallentati, orari flessibili, stimoli sensoriali nuovi e piacevoli. Il rientro brusco alla realtà è, in termini medici, un vero e proprio stressor, un evento che richiede un improvviso e significativo adattamento, scatenando una risposta da parte del tuo sistema neuroendocrino. Il risultato? Ti senti sopraffatto, irritabile, affaticato anche dopo aver dormito, e concentrarti diventa un’impresa. La buona notizia è che puoi gestire questa transizione con strategia e gentilezza verso te stesso, trasformando un momento potenzialmente traumatico in un’opportunità per avviare una nuova routine più sostenibile e consapevole.

Il primo, fondamentale, passo è quello di concederti una zona cuscinetto, un periodo di transizione che funga da ammortizzatore tra il mondo delle vacanze e quello della routine. Non pretendere di tornare e di essere immediatamente operativo al cento per cento, sarebbe come chiedere a un motore freddo di girare subito ai massimi regimi: inefficiente e potenzialmente dannoso. Se possibile, rientra un paio di giorni prima della scadenza effettiva dei tuoi impegni. Questi giorni non devono essere dedicati a corse ai ripari o a faccende domestiche arretrate, ma a un riadattamento graduale. Approfittane per riorganizzare gli spazi, fare la spesa, sistemare i bagagli senza fretta, e per concederti del tempo di qualità a casa tua, riconnettendoti con il tuo spazio in modo positivo. Questo semplice accorgimento toglie dall’equazione il fattore shock, permettendo al tuo orologio biologico di risincronizzarsi progressivamente con i ritmi consueti. L’alternativa è un brusco risveglio il primo giorno di lavoro, in una casa disordinata e senza provviste, un mix esplosivo per livelli di cortisolo già alti!

Proprio parlando di orologio biologico, la ritmicità è la tua migliore alleata. Il sonno è il pilastro su cui si regola tutto il resto. Durante le vacanze, è probabile che tu abbia alterato i tuoi consueti orari di addormentamento e risveglio e iniziare a correggerli anche solo di un’ora per notte nei giorni che precedono il rientro può fare una differenza enorme. La privazione di sonno, anche lieve, amplifica in modo esponenziale la percezione dello stress e riduce la tua resilienza emotiva. Allo stesso modo, ripristinare la regolarità dei pasti è cruciale. Le vacanze spesso significano cibi diversi, orari stravolti e magari qualche eccesso. Reintrodurre gradualmente un’alimentazione equilibrata, ricca di nutrienti che supportano l’umore e l’energia, come gli omega-3, il magnesio e le vitamine del gruppo B, fornisce al tuo cervello e al tuo corpo il carburante giusto per affrontare la ripresa. Non si tratta di mettersi a dieta restrittiva, ma di ascoltarsi e di scegliere consapevolmente cibi che siano veramente nutrienti e rigeneranti, riducendo quelli che creano solo picchi glicemici e infiammazione.

Sul fronte mentale, è essenziale lavorare sulla percezione. Il rientro non deve essere visto come la fine del bene e l’inizio del male, ma semplicemente come un cambio di scenario. Un esercizio potentissimo è dedicare qualche minuto, magari la sera, a identificare e scrivere tre aspetti positivi della tua giornata lavorativa o della tua routine. Può essere un collega con cui è piacevole scambiare due chiacchiere, un progetto che ti stimola, la soddisfazione di riprendere un’attività sportiva o un hobby che ami. Questo pratica, semplice ma rivoluzionaria, riallena il tuo focus mentale, spostandolo dalla nostalgia per la vacanza terminata all’apprezzamento per gli elementi buoni della tua vita ordinaria. Contrasta attivamente la tendenza al catastrofismo, quella vocina che dice “è tutto terribile e non ce la farò”. Smonta questi pensieri sostituendoli con evidenze concrete: “Sono riuscito a gestire situazioni simili in passato”, “Oggi ho portato a termine almeno una cosa”, “Questa sensazione è temporanea”.

Infine, ma di importanza capitale, è la gestione del carico. Il primo periodo dopo il rientro è un terreno minato per il burnout. Ti ritrovi con la posta elettronica piena, le scadenze che bussano alla porta e la tentazione di recuperare tutto e subito. Resisti. L’antidoto è la pianificazione strategica: prenditi la mattina del primo giorno non per tuffarti nel lavoro, ma per fare un’analisi della situazione. Fai una lista di tutto ciò che ti aspetta, poi definisci le priorità in base a urgenza e importanza. Delega ciò che può essere delegato, posticipa ciò che non è vitale e concentrati su poche, essenziali attività per i primi giorni e impegnati a staccare alla fine dell’orario di lavoro.

Riappropriati anche delle tue serate e dei tuoi weekend. Programmare deliberatamente del tempo per attività rigeneranti come una passeggiata, una cena con gli amici, un film, della buona musica, è una vera e propria terapia. È il modo per segnalare al tuo cervello che la vita non è solo obblighi, ma continua ad avere spazi di piacere e leggerezza, non soltanto in vacanza.

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